Guardare un lampione in ferro battutto è interessante, ma può stancare. Se però il lampione è appeso alla parete bianca di una casa stretta tra vicoli ed archi oltre i quali si scorgono una valle tempestata di olivi e un mare blu, lo spettacolo non annoia, ma invoglia a cercare altri scorci… Nel rione “Terra”, il borgo antico di Ostuni, gironzoli con il naso all’insù…
Non ci sono possenti manieri, viali alberati o cattedrali imponenti. Non ci sono marmi, nè colonne con artistici capitelli (a parte forse solo la bellissima chiesa barocca di San Vito Martire).
Nella Ostuni “vecchia” le dimensioni sono di dominio del piccolo, del lezioso e del semplice ed è l’umile calce che la fa da padrona, imbiancando in abbaglianti miraggi le case, le chiesette, gli archi, le piazzette in un intrico di viuzze che incanalano dolci brezze. E così che anche i lampioni assumono un’aura magica, inerpicati fra tutto quel biancore.
Brezze e odor di mare e di basilico si alternano fra le viuzze. Un basilico frequente nella “Terra” quasi quanto i lampioni. Un altro aroma s’aggiunge ai due: il vino miscelato da un barman d’eccezione: il vento. Ma il mare e il basilico non si possono bere. Solo fiutare.
Il vino no, quello si può. Si può sprigionare da un’osteria di un solo vano, illuminata anch’essa da un lampione solitario. Entri nella piccola osteria e ti siedi ad un tavolo ripensando ai giochi di colore che, fuori, il sole comincia a creare con la finestrella dalle persiane verdi.
All’ombra del lampione, all’interno, è come se si tornasse indietro nel tempo: messapi, longobardi, bizantini, normanni si sono avvicendati, demolendo, ricostruendo e saccheggiando queste antiche strade. Ma non ne scorgi i segni. Oggi, proprio questo lampione fa pensare che nessuno abbia intenzione di rovinare il patrimonio artistico e storico di Ostuni, bensì di valorizzarlo.
Ma il profumo del mare continua a stuzzicare le nari. E andiamo a vederlo…. Otto chilometri di spiaggia, acqua limpida, piccole case (anche quì…!), agavi e fichi d’india.
A sera, sulla via del ritorno, si ammira Ostuni sulla collina a 300 metri, illuminata dai lampioni come un presepe.
Mare blu diviene nero, quasi da non scorgerlo più, ma lo indovini per l’ansare quieto di cento lampade che dondolano all’orizzonte.
(liberamente tratto da “I lampioni di Ostuni” di Vittorio Stagnani)